“Ti porterò dei Corvi”
Davanti a questo orizzonte di foglie cadenti,
io e la tua assenza parliamo.
Lontano, molto lontano
giace la tua mano sulla mia,
è sera e non voglio andarmene
so che dovrei lasciarti
scomparire e bruciare,
però sono legato
al vento
alla notte che si sveglia alle 4 del mattino
al verso che canta di te.
Mi duole ferirti
– conosco il peso atomico delle mie parole –
non volevo ancorarti alle mie radici
dovevi essere la barca di cartapesta
che navigava sui mari del cielo del sud,
dovevi essere solo quel istinto di carezza sulle mie dita,
dovevi essere solo la volontà del magnetismo delle labbra,
ma ora sei il verso che cade sulla rugiada
sei l’antica spada che penetra le mie ossa
sei il libro che sottolineo venti volte e rileggo cinquanta.
Non odiare la mia carne
non odiare la mia bocca
non odiare le mie dita,
il mio lessico elementare
ti disegna sui miei fogli cadenti,
con l’armonia delicata del gallo
con la violenza di uno sguardo
con l’amore del grano.
Qui davanti all’orizzonte
lontano, molto lontano
giace la tua mano sulla mia.
– Pioggerella d’estate –
Neftali Basoalto
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“Antologia”
Scrivo di te,
come si scrive delle ferite del cuore,
i versi cadono tra le mani
tracciano geografie
portano il miele
dipingono mondi,
oggi il cielo appare triste
e io so di averti caricato con il peso non richiesto delle mie poesie.
Chiudo gli occhi
e il profumo di terra bagnata
si ferma sulle mie labbra,
ho disegnato di te mondi
a me distanti
ho raccontato di te a sconosciuti
a me vicini
ho scritto di te mille parole e trecento virgole,
sei lo spasmo della carne
sei il silenzio prolungato della carezza
sei il fiume dove mi addentro e cerco di perdermi,
mi duoli come una ferita
mi bruci come un taglio
mi piaci come una poesia
– ho caricato su di te
il peso millenario dei miei versi
non voglio ferirti –
Scrivo di te
come si scrive della quiete e la solitudine.
Neftali Basoalto
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“Ritornare”
Ho cercato un po’ di pane
Però non avevo fame
Ho cercato la tua mano
Ma non sentivo la tua mancanza
Ho pianto sul dorso del libro
Ma non ero commosso
Avevo solo freddo
E cercavo un paio di coperte
Non volevo scontrarmi
Con le tue braccia
Ma era inevitabile
In quella macchina
C’eravamo solo noi
E il freddo era pungente
Ti toccai
E fu la mia morte
Neftali Basoalto
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“Gallo”
Le barche di cartapesta
– con la loro fragilità conclamata –
affrontano il mare
del cielo del sud,
le lumache del mio giardino
– con la loro lentezza dirompente –
marcano la scia dell’incontro
sotto l’ombra della quercia vicino alla mia finestra,
Il Gallo del mio vicino
– con la sua voce rauca –
annuncia alla terra
che le nubi stanno cadendo e lui ha perso le ultime piume,
le mie mani
– con la loro insolita apatia –
disegnano sul dorso del vento
le parole ancorate al mio stomaco,
è arrivato il momento della tristezza
quello che cade sulle labbra rosse
quello che risplende sugli occhi
quello che lacera le braccia,
non ho saputo raccogliere le foglie d’autunno
non ho saputo mordere l’uva sulla tua bocca
non ho saputo ardere nel silenzio degli sconosciuti,
ora mi fermo qui
dinanzi agli alberi spogli
dinanzi alle voci che raccontano la mia scomparsa
dinanzi al sorriso che mi restituisce all’esilio,
per attendere l’orizzonte
dove addentrarmi
in questa notte di settembre
e con voce sommessa
declamarti la mia ultima poesia.
– liquidità della mia persona singolare –
Baciami forestiera.
Neftali Basoalto
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“ahora te puedes marchar”
Cadono gli ultimi respiri
Sulle tapparelle abbassate,
Non ho più pane né acqua,
Ho finito il vino e la luce.
Questo appartamento è buio e silenzioso,
Sui resti dei corpi
Che non sono più carne
Cadono gli ultimi addii del giorno.
Nulla mi trattiene alle sbarre del balcone
Nemmeno la paura
Quando sento il passo dei soldati in lontananza.
Con la mente torno a quella cella
Dove finii quella notte,
Dove conobbi me e dimenticai il tuo nome.
Oggi non scrivo né bevo
Mi siedo e aspetto che il bollitore finisca di fischiare
Per tornare nel buio delle mie matite
E ascoltare silenziosamente
Il respiro dei ladri assenti.
Neftali Basoalto
Pubblicato su Versi vagabondi
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“Lettere a un defunto”
Sul bordo dell’abisso
a trenta millimetri dal tuo incontro,
il mio corpo cede
la tua assenza mi uccide,
nonostante il mio petto d’acciaio
spade d’acqua mi attraverso il nome.
dubito della mia esistenza
cado sulle ginocchia con le mie uniche certezze
– uomo senza dio né patria –
ho cercato per lunghe notti
la tua mano in quel deserto,
giravo intorno agli alberi
cercavo tra i funghi
mordevo i tronchi
ma tu non eri presente,
eri vestita di assenza
senza il miele sulle labbra
senza le ombre sui capelli
senza me nella tua vita.
un mare silenzioso alle mie spalle
il ricordo di te sulle mie vene
il tempo trascorso è stato breve,
ma cos’è il tempo
quando nasce la primavera
quando piove sui rami
quando il canto del gallo riempie il cielo,
quindi rimane solo il ricordo di te
in svariati frammenti
in scoloriti ricordi
in diversi libri.
Io sul bordo dell’abisso
tu nell’immortalità del foglio.
Neftali Basoalto
Pubblicato su Ultramarino
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“sproloquio”
Una tormenta
Di luce
È il luogo in cui mi trovo
Danzo
Dormo
E vivo
Poi penso a domani
E ti abbraccio
Neftali Basoalto
Pubblicato su Eclissi
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“Memoria”
La carne muore
È fragile
Subisce i colpi
Si rompe
Si scheggia
Si ferisce
Di essa nulla rimane
Se non l’ombra di alcuni vermi sazi.
Io ti ho perso
10 anni fa
Te ne andasti all’improvviso
In una notte
Tagliasti le mie ali
E senza paura ti inoltrasti nel buio,
Lasciandomi il compito
Di scrivere il tuo oblio,
Ma oggi non riesco a farlo
Ho la memoria triste
E un bicchiere ancora troppo pieno
Le luci del consumismo si sono accese
Per ricordarmi il giorno della tua partenza,
Io vedo passare le bici
E le intrappolo nella Sfuocatura della mia mente malata
Dove tu non sei presente
Perché i ricordi svaniscono
E rimane solo l’interpretazione della vita.
Neftali Basoalto
Pubblicato su Versi vagabondi
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“Non odiarmi”
Sarà l’assenza a marcare lo scorrere del tempo,
saranno le tue mani
a disegnare le geografie
nella mia memoria,
saranno le mie parole
a sussurrarti sulle labbra
i mondi in cui ti penso,
ci sarà la pioggia
ci sarà l’autunno
ci saranno ponti
che mi ricorderanno il momento in cui ci fu la notte.
Io ora qui ti scrivo
e attendo
che il fiume ti porti
in qualche modo
gli spasmi del destino
– Dieci del mattino,
non mi hai detto se sogni,
ma so che ti svegli per scrivere,
ti cerco –
Neftali Basoalto
Pubblicato su Ultramarino
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“Pequeñita”
Iniziare un viaggio
Che possa portarti a casa
È il momento in cui
Incontri la vita,
Camminare lungo le vie del tramonto
Senza aver paura della fine
È il momento in cui
Incontri la vita,
Attraversare i confini degli uomini
Accompagnato da colei che chiami libertà
È incontrare la vita,
Perché un giorno
In qualsiasi momento
In qualsiasi latitudine
In qualsiasi raggio di luce
Vi è lei
La vita,
Con cui camminare diventa meno faticoso
Perché la libertà nasce da quattro braccia
E due cuori.
Neftali Basoalto
Pubblicato su Eclissi
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