“Vignetta in bianco e nero”
Ti odio.
Non ho saputo dominare il mio destino,
quella notte
ho cancellato la mia memoria
e abbandonato l’uomo
che ero con te,
ora vago per le pagine dei libri
e i fotogrammi della mia vita,
tento di sfuggire alla mia liquidità d’uomo
al mio pianto gitano
ai miei versi oscuri,
ma rimango intrappolato in questa città
tra i suoi palazzi grigi
tra le lettere del tuo nome
tra la notte e l’ombra del mio destino.
Ti odio.
Neftali Basoalto
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“Torni ciclicamente”
Voglio peccare con te;
quante volte ho parlato al silenzio
quante volte sono uscito di casa tutto spettinato
quante volte ti ho fermato con lo sguardo prima che tu sparisca nella memoria
Voglio morire con te;
agonizzante cade il crepuscolo sulle mie natiche nude
sregolati avanzano i baci sui tavoli del bar all’ora della colazione
denudati corrono le mani nostre sui crateri pubici della carne che ci unisce
Voglio dimenticare con te;
scrivere in un taccuino le mie memorie e dartele come cena
piangere sotto la luce del sole con gli occhi chiusi e le ceste piene di lamponi
camminare lungo gli scogli dei marciapiedi di una notte deserta inondata di vino e poesia
Voglio non avere te;
mangiare due noci e un lampone
toccare la pelle delle susine prima di dormire
urlare con la voce dei gitani il mio dolore viscerale e poi cadere
Voglio.
Neftali Basoalto
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“Scrivo lentamente”
Tu
Nuda tra le mie braccia
nella notte profonda dei fili rossi
furono miei i tuoi baci.
Io
tremavo ed ero tuo
come il canto libero dei pettirossi
nello specchio dove si rifletteva il nostro firmamento.
Noi
mordevamo il vento e l’uva
con le nostre labbra
e ci univamo
alla notte
alla danza dei nostri corpi
al rumore delle campane,
insieme su una lastra di lino
a bere vino
e ascoltare le mie parole troncate dal silenzio dell’amore.
Le ombre
toccarono l’inverno
quando ti vidi perduta
e si sedettero di fianco a me
in questa notte lunga cinquecento anni.
Oggi
è sì lungo l’inverno,
nelle giornate di pioggia
maledico i vetri
e sventro le mie parole.
Tu
– Sorriso corazzato –
Io
– Parole spezzate –
Noi
– Principio di Patria –
Ombre
– Sgabelli vuoti –
Oggi
– Un insieme di centimetri passati –
Neftali Basoalto
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“Il tempo non cancella”
Per tanti giorni non ho scritto,
le parole erano diventate pesanti
difficili da sopportare
quasi impossibili da ingoiare
e persino dolorose da immaginare,
mi ero rifugiato nella notte
ancorandomi al filo rosso delle ombre
alle oscure foglie solitarie del prato notturno
alle linee acerbe della tua bocca distante,
tutto pur di rifugiarmi dalla mia assenza,
tuttavia sono rimasto intrappolato nello specchio
con la tua figura alla mia sinistra
con la pioggia sul vetro dell’auto
a ricordarmi l’ultimo abbraccio
con la tua voce silenziosa a penetrare la mia corazza,
per poi cadere nella malinconia,
ma non supporre che il mio cuore sia distrutto.
Io chiedo soltanto rifugio
alla schiena
al vino
alla vita.
– D’improvviso mi Rattristo –
Neftali Basoalto
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“Tu dolce ferita mi tagli il cuore”
Guardo all’esterno
e mi chiedo, che è successo?
Provo a convincermi
che fuori ha smesso di piovere
che dentro il mio cuore non vi sono calcoli
che questa mattina non t’amo
– in realtà, non ti dissi mai d’amarti –
ma tu sei quella ferita
che non si colloca da nessuna parte
ma che è lì
ovunque io voglia
ovunque io sfugga
ovunque io muoia
e posso esistere senza di te,
ma non posso cancellarti
e nemmeno pensare di dimenticarti
quindi ti chiedo di non lasciarmi solo
non andare via anche dai miei sogni,
sia ben chiaro non è una supplica
altrimenti sarei incazzato con me stesso
per la debolezza di tali parole,
semplicemente
tu non ci sei
e quest’ombra mi pesa,
non solo per l’assenza
o per il freddo delle braccia solitarie,
perché tu eri più di un t’amo
eri oltre la poesia
eri le parole non pronunciate ormeggiate ai tuoi occhi color indefinito,
insomma
per farla breve
Mi manchi, Amore mio
– Questo lo sapevo già
ma il mio cuore si rifiutava di ammetterlo –
però vado avanti
osservo la pioggia
sento il vento
e mordo le fragole
sino a comprendere che da tanto tempo non amavo
– prima mi innamoravo solo dei libri –
però sei andata via
era quasi primavera
e la notte – la stessa in cui vivo –
ti ha strappato dai miei occhi,
oggi fatico a disegnare i tuoi limiti
per questo mi incazzo
e ti chiedo,
tienimi con te
ovunque.
Rimani indelebile
nella mia anima.
– Inchiostro sul bordo del taccuino –
Neftali Basoalto
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“Sto imparando a farmi amico di ciò che mi condanna”
Il mio sentiero è lungo e arido
il vento è il paradiso
l’erba è il mio letto
la voce delle campane è il tuo silenzio,
cosa posso chiedere
alla terra
all’uva
alla morte
se non il tuo cuore,
mi basterebbe la sua ombra
per sussurrargli
parole sottili
verbi inventati
amori taciturni,
ma Tu qui
alla mia sinistra
non ci sei,
lo sgabello è vuoto
e posso cercarti solo altrove
nella memoria,
stanotte ti ho sognato
e mi sono svegliato con la rugiada negli occhi
eri così reale
che ho tremato
sentendo il tuo profumo
e il mondo ha ceduto,
improvvisamente ti ho visto perduta
tra la luce del sole
e le mie mani acerbe,
è il lungo il mio sentiero
la tua voce
la mia casa
la nostra Poesia.
– Pagine sconosciute
del mio taccuino –
Neftali Basoalto
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“Ci si innamora senza tempo”
– Ti scrivo queste parole
nel tentativo di chiederti perdono,
non leggerai mai questi versi, lo so
ma stanotte ho compreso tutto il male che ti ho fatto
amandoti –
Non posso sfuggirti
tu non mi insegui
io non ti cerco,
ma tu sei presente
qui
nella mia anima,
sei l’acqua che mi soffoca
sei l’aria che mi incenerisce
sei la vita che mi manca,
ho voluto cancellarti
con la forza delle dita
con la disperazione della memoria
con il suono dell’eco
ma non sono riuscito a dimenticarti
non perché t’ami
non perché senta la tua mancanza
non perché creda che un passato remoto possa diventare un futuro prossimo,
ma perché sei l’essenziale della mia Poesia
tutto ciò che scrivo
tutto ciò che fotografo
tutto ciò che taccio
ha dentro la memoria di te,
questo è indelebile nella mia vita
vorrei sussurrarti le canzoni di Cohen
declamarti la tua poesia di Benedetti
e fermarmi sul tuo cuore corazza
per guardarti negli occhi
per tenerti per mano
per averti raggomitolata tra le mie braccia
e lentamente dirti le mie parole spezzate
prima di tornare nella notte.
Io non posso sfuggirti.
Cuore.
Neftali Basoalto
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“Me iré con el sol cuando muera la tarde”
Oh Silenziosa
Fosti la mia terra deserta
la mia ultima Rosa
la mia farfalla bianca,
in Te mi sentii
senza eco
senza catene
senza nome,
vagai con te
per le orme delle isole del mio arcipelago
per i binari dei tram centenari
per le parole assopite dentro il tuo cuore
e senza rendermi conto
finii per amarti
con le ceste piene di lamponi
con i firmamenti creati artificialmente solo per noi
con la mia voce spezzata,
finché non caddi perduto
davanti al crepuscolo,
tuttavia
oggi rivivo il tempo
esile e silenzioso
bagnato e assente
dolorante e naufrago.
– Tu, la mia poesia –
Oh Silenziosa
Neftali Basoalto
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“Mi Canción“
In Te fu il mio destino,
di viaggio in viaggio
di canto in canto
di mare in mare,
mi innalzai come un marinaio sulla prua
mi abbandonai come un pettirosso al volo
mi persi come le parole nel tuo silenzio,
fino a capire che tutto in te fu naufragio
che il cimitero di ossa
racchiuse i baci
che i grappoli secchi d’uva
furono le orme dei viandanti
che le rovine del parco
assomigliarono alle mie braccia vacue,
e mi ricordai che il mio desiderio di te
fu il più fugace e terribile
il più avido e sconvolgente
il più teso e arido,
e non capii mai come la tua terra
seppe contenermi
e come le tue braccia
seppero cingermi
e come il tuo nome
seppe abituarsi alla mia voce.
Oggi che tu non ci sei
sento la mia anima fredda e ferita
che accumula guerre e lontananza
sospiri e naufragio
nella tana del prato oscuro,
e mi chieggio se sia arrivata l’ora di partire,
di abbandonare quest’alba
questi uccelli neri
queste rose secche,
però sento ancora l’eco di Te e del mio destino.
– L’ombra tremola dinanzi al sole
le mie tasche sono vuote
e sto pagando ogni dolore causato –
Neftali Basoalto
Pubblicato su Versi per Milena
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“Il tuo Sguardo”
Sono fermo
ai due terzi della vita
ed essa mi duole nel canto,
non posso andare avanti
non posso indietreggiare
e soprattutto non posso rimanere qui fermo,
non sfuggo all’amore che mi incenerisce
e nemmeno al freddo che mi culla,
con fatica
sto imparando a vivere con la mia condanna
– La tua assenza –
difficile dire passato
quasi impossibile dire futuro
perciò affido il pianto al presente
per sopravviverti
per sconfiggermi
per non morire.
Il mio mare è taciturno
e tu sei imperscrutabile.
– Questa non è l’ultima notte
ombra del mio taccuino –
Neftali Basoalto
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